Il linguaggio è una competenza innata o acquisita?

Il dono della parola, esclusiva caratteristica dell’uomo, è una competenza sicuramente innata ma che necessita di incoraggiamento per potersi sviluppare appieno.
Il linguaggio è una specifica struttura anatomica che si sviluppa comunemente nell’emisfero sinistro e che comincia il suo sviluppo già nella vita embrionale quindi siamo geneticamente predisposti per parlare.
Anche per studiare il linguaggio del bambino e le sue evoluzioni non possiamo prescindere dal fatto che siamo per definizione esseri bio-psico-sociali.
Se è vero quindi che nasciamo già provvisti di questa competenza è altrettanto vero che abbiamo bisogno di adeguati stimoli per acquisirla. Molto prima che un bambino pronunci la sua prima parola impara le regole del linguaggio e di come gli adulti lo usano per comunicare.

Ma come impara a parlare un bambino?

Il pianto al momento della nascita è il suo primo canale comunicativo e dal quel momento come una spugna assorbe suoni, toni e parole che daranno poi forma alla sua modalità linguistica.
Già pochi giorni dopo il parto il bambino è in grado di riconoscere la voce della madre fra le altre, alcuni ricercatori sostengono che la comprensione del linguaggio inizia già nella vita intrauterina,proprio come si abitua al costante battito del cuore materno, cosi comincia ad essere sensibile al suono della voce.

Generalmente intorno ai due anni i bambini cominciano a pronunciare le loro prime parole avendo  attraversato prima le fasi dei primi gorgoglii, la  lallazione e i primi vocalizzi. Da quel momento il ruolo del genitore, degli insegnanti e di chi si prende cura di lui diventa fondamentale per lo suo sviluppo linguistico.
Le ricerche infatti dimostrano che i bambini che hanno avuto accanto genitori che parlavano molto con loro quando erano piccoli hanno dei quozienti intellettivi molto più elevati degli altri ed un vocabolario decisamente più ricco.
Ma quando dobbiamo cominciare  a parlare con loro?semplice…quando loro iniziano a parlare con noi ovvero dalla nascita.
I nostri cuccioli comunicano con noi da subito attraverso il canale del pianto.
Il pianto può avere vari significati, a seconda delle varie fasi evolutive, ma ha una matrice comune in ognuna di esse: il pianto è ricerca di conforto.
Se il pianto del bambino trova conforto lui si sentirà accolto fin da subito nella sua prima espressione comunicativa e sarà cosi incoraggiato naturalmente a sviluppare le altre forme di comunicazione fino ad arrivare alla sua prima parola che verrà molto presto accompagnata da tante altre.
Utilizzando un tono della voce pacato e un suono dolce alle loro orecchie possiamo cominciare a parlare con  nostro figlio fin da subito mentre gli si cambia il pannolino, lo allattiamo o gli facciamo il bagnetto e la sua risposta sarà piuttosto immediata ed evidente attraverso un sorriso o uno sguardo intenso.
Parlare come loro all’inizio commettendo i loro piccoli errori nel pronunciare una parola li aiuta a farci sentire parte del loro piccolo mondo, la nostra vicinanza affettiva nei loro primi passi nel modo delle parole sarà la stessa che interverrà poi a correggere il loro vocabolario inesatto.
Per un bambino molto piccolo è importante prima sentirsi accolto e poi corretto nell’uso del linguaggio.
Permettiamo ai nostri piccoli di sperimentarsi nell’uso del linguaggio, non ci intromettiamo per fargli terminare una frase…diamogli tempo e modo di esprimersi favorendo in tal modo il suo apprendimento.

La Dr.ssa Marta Falaguasta è a disposizione per rispondere a domande e dare consigli, clicca qui per accedere al modulo di contatto.

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