L’arteterapia è una percorso dal nome affascinante che evoca immediatamente una sensazione di benessere, quella sicuramente legata alla fruizione dell’arte. In questo periodo di riorganizzazione della nostra vita, delle nostre abitudini e di ricerca di nuovi equilibri, l’arteterapia può essere una scelta importante, per il nostro benessere e, di conseguenza, per una maggiore serenità familiare. Di arteterapia e del ventaglio di possibilità che questa offre, ne parliamo con la dottoressa Scilla Esposito, dottore in psicologia e arteterapeuta.
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Perchè scegliere un percorso arteterapeutico
Scegliere di intraprendere un percorso arteterapeutico, con un professionista formato e riconosciuto, può essere un buon punto di vista da cui ripartire quando l’ansia, le criticità legate alla comunicazione, le somatizzazioni, o semplicemente una sana ricerca di sé emergono come bisogno. La quotidianità a cui siamo tutti sottoposti in questi complicati giorni post-pandemia ci impone una riflessione sull’opportunità integrativa a cui il processo arteterapeutico tende: il tempo da dedicare ai nostri bisogni diventa sempre più ridotto e limitante, diventa così complicato accogliere le criticità che ci attraversano, mentre ripartire da noi stessi, dalla possibilità riparativa che potremmo sperimentare attraverso un percorso arteterapeutico sarebbe il più bel regalo che possiamo fare, appunto, a noi stessi. Le emozioni finalmente riprenderebbero nome e colore, le somatizzazioni diventerebbero consapevoli, il tempo tornerebbe a scorrere sincronico, i bisogni mai ascoltati finalmente emergerebbero e troverebbero una forma accettabile, la comunicazione con noi stessi finalmente diventerebbe dialogo, le relazioni con l’altro si trasformerebbero in una grande opportunità di scambio e ricchezza.
Cos’è l’arteterapia
L’arteterapia è uno strumento terapeutico non-verbale, che attraverso la mediazione artistica, con l’utilizzo di materiali plastico-pittorici creativi e d’arte, offre la possibilità di esprimere e accedere liberamente alle proprie emozioni, non filtrate e difese dalla mente, favorendo la possibilità di cambiamento e trasformazione interiore. In virtù di un rinnovato e ritrovato benessere, le risorse messe in campo sono le potenzialità che ognuno di noi possiede nel riuscire ad elaborare il proprio vissuto e di esprimerlo efficacemente attraverso la creatività. L’arteterapia è un vero e proprio strumento multidimensionale di intermediazione transculturale: si utilizzano tecniche dell’arte grafica-plastico-pittorica, della musica e del movimento, con l’obiettivo di ottenere, integrare, armonizzare, consapevolizzare, tutte quelle esperienze ed emozioni arcaiche intimamente conservate in se’. L’arteterapia agevola l’interscambio, la comunicazione e il benessere psicofisico.
Qual è il focus dell’arteterapia
Il focus dell’arteterapia non è l’opera d’arte realizzata, quanto il processo creativo, che opera nella trasformazione del Sè. Si tratta di vera e propria terapia espressiva intermodale, dove tutte le arti hanno qualità in comune, dove dialogano, si riconoscono, si vedono e apprezzano, integrandosi nella pratica terapeutica e successivamente nel quotidiano, arrecando un vantaggio evolutivo.
L’esperienza espressiva fa prendere corpo e memoria all’immagine, veicolando la fantasia e la creatività verso l’esterno evitando che le emozioni interne si disperdano. Quando l’esperienza è condivisa in un gruppo, l’altro, il diverso o il simile, può diventare lo specchio su cui riflettere e in cui rispecchiarsi, accedendo, aggettivizzando e mentalizzando le fantasie inespresse. Ogni individuo rimodula e riorganizza così il proprio modello funzionale, utilizzando ed attingendo alle proprie caratteristiche e quelle altrui, dai propri comportamenti funzionali, alle proprie abilità cognitive, al proprio sistema di attaccamento. Si mettono in moto una serie di comportamenti legati ad intense emozioni quali paura, rabbia, tristezza, disperazione, distacco emozionale, gioia, conforto, sicurezza e fiducia. Nell’armonizzazione delle emozioni, nel loro riconoscimento, nell’aggettivazione emozionale, nella sincronia di contatto ad esse, l’arteterapia può svolgere quel ruolo così importante e significativo dell’esperienza diventando un linguaggio di espressione emozionale, restituendo corporeità reale e non più virtuale, trasformando Sè in una forma ccettabile e armonica.
L’arteterapia dagli anni Quaranta ad oggi
Come disciplina, l’arteterapia nasce intorno agli anni Quaranta, grazie soprattutto ai contributi di Margaret Naumburg ed Edith Kramer, i cui testi rappresentano ancora oggi punti saldi nella letteratura dell’arteterapia contemporanea. La statunitense Margaret Naumburg, debitrice del pensiero di Freud, Jung, della Kleine, considerava le produzioni artistiche dei suoi pazienti quali elaborazioni e comunicazioni simboliche del materiale inconscio, utili alla risoluzione del transfert.
La Naumburg aveva concepito un protocollo dove i pazienti si rilassavano e, scarabocchiando un foglio di carta senza mai alzare lo strumento utilizzato, tracciavano linee fluttuanti, liberavano emozioni e pensieri come come nella tecnica delle libere associazioni.
Edith Kramer, concepì l’arteterapia come un mezzo di sostegno dell’Io, capace di favorire lo sviluppo del senso di identità, e della stimolazione trasformazione e maturazione dell’Io stesso.
Da allora molta strada è stata percorsa e ad oggi questa metodica terapeutica attivante volge anche al sostegno delle capacità di neuroplasticità cerebrale: può essere strumento di cura e accudimento, di accesso al benessere, svolge l’attività vicariante riabilitativa, può essere utilizzata nello spazio psicoterapeutico e di accompagnamento psicologico.