“Re Valdo e il drago” Una storia della buonanotte di coraggio e avventura

E poi, fra una lettura e l’altra, capita che i nostri bambini si innamorino di una storia. Scatta una sintonia immediata, si accende una scintilla, gli occhi brillano, i sorrisi si fanno larghi e persistenti.

La storia del cuore è destinata a lasciare un segno profondo in loro. A emozionarli, incuriosirli, a farli sognare o a divertirli, oppure a rispondere a un loro particolare bisogno. Possono essere i più svariati i motivi che fanno nascere un amore. Ogni bambino conosce i suoi.

A casa nostra, il libro che ha ipnotizzato mia figlia in questo periodo, è “Re Valdo e il drago”, di Peter Bently e Helen Oxenbury (trad. di Anna Sarfatti), Il Castoro 2015.

La leggiamo come storia della buonanotte tutte le sere, più volte a sera. È il racconto di Valdo, Teo e Berto, tre bimbetti avventurosi di età diverse, che si ingegnano per costruire un castello in giardino e lottare contro bestie e draghi minacciosi.

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Re Valdo, il più grande, è il trascinatore del gruppo, il capo che esorta gli altri a combattere e difendere il castello.

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Un castello invincibile e bello fatto con una scatola, un lenzuolo, paletti, sacchi, mattoni rotti, un piumino scucito. C’è tutto quello che serve, e anche di più. C’è la fantasia dei bambini che immaginano un ponte levatoio, mostri enormi e spaventosi da affrontare, un bosco minaccioso, una vittoria eclatante portata avanti con spade, bastoni e incrollabile coraggio. Il gioco non si esaurisce dopo il combattimento, bisogna festeggiare come si deve: con del cibo gustoso e un’intera notte da trascorrere insieme all’aperto.

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O almeno così vorrebbero i tre valorosi giovanotti, fino a che, uno dopo l’altro, vengono prelevati e riportati a casa dai “giganti” di turno, i loro genitori. È ora di andare a letto, e di fare un bagno, anche per i re che hanno fatto la guerra.

Con brevi testi semplici e musicali, illustrazioni descrittive, dal sapore antico, che alternano tavole a colori e in bianco e nero della sempre apprezzabile Helen Oxenbury, l’albo rende giustizia all’immaginario ricco dei bambini, alla loro capacità di trasformare in gioco e avventura momenti di vita ordinaria, alla loro voglia di sentirsi invincibili e forti.
E, questo farà piacere anche agli adulti che leggono, i “grandi” ne escono altrettanto bene: danno spazio e libertà ai figli, li lasciano gironzolare all’aperto, non negano loro la possibilità di trafficare con piumini, lenzuola e altri materiali di recupero… In poche parole, stanno al gioco. E si fanno vedere solo quando il buonsenso, la notte, impone di rincasare.

Francesca Tamberlani
Fondatrice e autrice del sito www.milkbook.it

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